Ogni attrezzo al suo posto

La falegnameria: casa, perché c’è chi ci aspetta

Il primo contatto lo abbiamo con la mamma di Diego. Le hanno consigliato di rivolgersi a noi perché Diego, che stava già facendo un tirocinio, non è stato confermato. Il suo grande sogno di diventare falegname, che gli aveva fatto iniziare con passione la scuola di falegnameria, sembra diventato  irrealizzabile.

Serve un luogo in cui  l’entusiasmo di Diego non si spenga, il suo umore non si abbassi e lui possa consolidare le sue competenze.

Ci mettiamo subito in gioco scommettendo sul suo desiderio e sulla possibilità che il suo sogno si realizzi. Cerchiamo per lui un’azienda disponibile ad accoglierlo. La troviamo.

Questa speranza e questa fiducia  gli bastano per fargli superare la delusione per il posto perso. Lo accompagniamo al nuovo laboratorio. All’inizio è sempre così, si portano i ragazzi a conoscere l’azienda e si sta con loro fino a quando non sono pronti. Non c’è la pretesa di essere efficienti ma la consapevolezza che servano tempo e pazienza

Diego sperimenta da subito un clima accogliente, acquisisce via via  fiducia e stima di sé, si sente apprezzato. I colleghi lo aspettano e lui per questa attesa che lo fa sentire a casa non salta un giorno.  


Dopo un anno inseriamo nella stessa azienda anche un altro ragazzo, Luigi. È giovanissimo e va – dovrebbe – andare a scuola, ma al mattino non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto per iniziare la giornata. Pensiamo che  Diego possa aiutarlo e glielo affidiamo. Lui  lo aspetta puntuale, ogni mattina alle 7:15, per portarlo con la sua macchina al laboratorio e a Luigi questo basta per trovare la forza di iniziare la nuova avventura  del lavoro. Luigi accompagnato da chi sente amico ha iniziato a trovare la propria strada. “Oggi Diego è il punto di riferimento per i nuovi arrivati” ci dice stupito chi all’inizio lo aveva accolto scommettendo su di lui.