
Festa di compleanno
Una sedia e un PC in più.
Il nostro è un ambiente molto dinamico, in cui il confronto dialettico e il viavai da un ufficio all’altro sono continui. Perciò, l’inserimento di un ragazzo con la sindrome di Asperger, che comporta parecchie difficoltà nell’interazione sociale, all’inizio era stato accolto con molto timore. Avevamo il dubbio di non essere capaci di rapportarci con una persona bisognosa di attenzioni ambientali molto precise.
Il colloquio con la neuropsichiatra – che ci ha spiegato dettagliatamente quali fossero i criteri da adottare nel rapporto – e la presenza costante della tutor ci hanno convinti di poter aderire; ci siamo sentiti accompagnati in un’esperienza che da soli, anche generosamente, non saremmo stati in grado di compiere.
Abbiamo predisposto un lavoro informatico di redazione di un data base, che ha da subito impegnato il nostro nuovo collega, precisissimo e scrupoloso. Col passare dei giorni, stupiva che alzasse sempre più di frequente lo sguardo dal monitor e pian piano interagisse con le compagne di ufficio. Lo abbiamo invitato dopo circa un mese a festeggiare un compleanno durante la pausa caffè. Non solo non lo ha infastidito la situazione caotica e rumorosa, ma è stata anzi l’occasione per instaurare con tutti un rapporto e raccontare qualcosa di sé: fatto imprevedibile, che ha stupito anche i genitori. Dopo i primi tre mesi, abbiamo accettato volentieri di rinnovare la borsa lavoro.
Adriana Ferrari